Era tanto tempo che subivo le cattiverie e gli scherzi pesanti da parte di Giordano, il mio vicino di casa di tredici anni.
Ogni volta che lo incontravo era un guaio: non riuscivo mai ad andare a casa senza aver preso almeno un pizzicotto.
La mia era una lamentela continua.
Finalmente arrivò il giorno della gita scolastica: noi della quarta B andammo a Fermo a visitare la biblioteca comunale.
Fui molto contenta perchè almeno non avrei visto Giordano per un giorno.
Arrivati a Piazza del Popolo scendemmo dallo scuolabus in fila per due, entrammo in silenzio in quella stanza piena di libri. Il bibliotecario ci raccomandò di parlare a voce bassa e ci spiegò, inoltre, che era tutto catalogato e per trovare quello che ci interessava bastava consultare un elenco.
La Biblioteca era bellissima, tutta in legno, divisa in due piani.
Nel settore “libri antichi” la mia attenzione fu attratta da un libro di forma irregolare, più grande degli altri, di pelle rossa, con i fregi dorati.
Lo presi in mano e propio in quel momento cadde a terra un foglio piegato cinque volte, lo raccolsi e lo aprii: c’era disegnata una mappa.
In un isolotto della Sardegna, era custodito, sotto una grande agave, un tesoro: un ciondolo con incastonato un rubino contenente una scheggia di specchio a forma di rombo. Quel ciondolo aveva il potere di proteggere chi lo indossava da ogni sorta di offesa e ingiustizia.
Subito pensai che mi sarebbe servito per eliminare gli scherzi di Giordano.
Ripiegai il foglietto e lo portai a casa senza parlarne a nessuno.
La scuola terminò ed io come regalo per la promozione, chiesi ai miei genitori, di portarmi in vacanza in Sardegna.
Arrivato agosto, io e la mia famiglia,ci imbarcammo a Civitavecchia e dopo due ore di traversata arrivammo in Sardegna.
Il giorno successivo , invece di andare in spiaggia, io col traghetto mi diressi verso l’isolotto.
Non mi fu difficile individuare il punto, perchè avevo portato con me la mappa scavai, scavai ed ecco trovai un cofanetto. Non ci crederete, ma dentro c’era il ciondolo di rubino ed un biglietto sempre piegato cinque volte , contenente una spiegazione:” Bisogna superare tre prove: sopportare un’ingiustizia senza lamentarsi, aiutare una persona bisognosa ed infine perdonare un’offesa ricevuta”.
Mi misi subito all’opera, ma perdonare e sopportare non è stata una cosa semplice.
Io mi impegnai al massimo.
La prima prova è andata così: La mamma ed io andammo a fare compere; lei mi chiese di aiutarla con i pacchi ma io gli dissi di no perché sono pigra; a quel punto uscimmo dal negozio e tra le porte antifurto si creò un muro trasparente che non mi permise di passare, allora aiutai la mamma ed il muro scomparve.
Una volta in strada, al semaforo, un uomo ci ha offese dicendo che siamo lumache, non vedendo che il semaforo era rosso.
Stavo allora per reagire e fargli notare che il semaforo era rosso quando lui si rese conto di essere in errore e ci chiese scusa: noi lo scusammo prontamente.
Poi andammo al supermercato dove un bambino dispettoso ci rovesciò il carrello con la spesa.
Io subito le raccolsi, ma arrabbiata stavo per agire su di lui quando mi ricordai delle prove e non gli usai violenza.
In un giorno completai tutte le prove, lo capii perchè il frammento di specchio nel ciondolo cominciò a girare e ad emettere un raggio luminoso su tutte le pareti della mia cameretta.
Io rimasi senza parole.
Naturalmente ero contenta ma la prima cosa che feci fu raccontare il segreto ai miei genitori che, dopo una lunga e noiosa raccomandazione su come avrei dovuto utilizzare quel ciondolo magico, acconsentirono a che io lo tenessi.
Dopo di che, andai subito a cercare Giordano che stava giocando a calcio con i suoi amici, ma io, non prendetemi per una sciocca, non vedevo l’ora di vendicarmi.
Non appena mi si avvicinò, il ciondolo si illuminò e lui si diede un calcio e ci rimase male, senza capire il perché.
Io intanto me la ridevo a crepapelle fino ad avere il mal di pancia. Non mi separai mai più da quello scacciaguai, nessuno poteva più approfittare di me solo perché ero più piccola.
classe 4^ Plesso De Amicis, Marina Picena a.s. 2006\07