In una palude viveva un folletto di nome Princhi. La palude era sporca, fangosa e piena di pipistrelli, ragni, serpenti e alligatori.
Un giorno arrivarono dei bambini che volevano giocare dentro le pozze di fango; ne scelsero una ma non sapevano che proprio in quella viveva era immerso il sottomarino dove viveva Princhi, il folletto. I bambini giocarono per molto tempo e se ne andarono solo quando, a forza di prender fango, la pozza si era prosciugata.
Quando Princhi uscì dal suo sottomarino….. “ooohhhh!” non poteva credere ai suoi occhi: la pozza era asciugata e l’elica del sottomarino era incagliata nel terreno.
– Chi ha combinato questo disastro? Come faccio adesso io a muovermi?
Princhi era disperato: correva avanti e indietro senza sapere cosa fare. Provò a far ripartire il sottomarino, ma niente, non si muoveva nemmeno di un centimetro. Allora decise di portarlo a casa per aggiustarlo e, prima di allontanarsi, con un incantesimo, fece tornare il fango nella pozza.
Il mattino dopo il folletto riportò nel fango il suo sottomarino, perfettamente riparato, poi si nascose per vedere se sarebbero tornati i bambino. Dopo un po’, infatti, ecco che il gruppetto arriva per giocare ancora con il fango. Improvvisamente Princhi balzò fuori dal suo nascondiglio e pronunciò una formula magica:
“Incatenati all’albero per sempre resterete, altrimenti, in un attimo morirete”
I bambini non ebbero nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo che, subito delle radici lunghe e sinuose uscirono dagli alberi, li catturarono e come delle morse li legarono strettamente ai tronchi. Per maggior sicurezza, Princhi fece un altro incantesimo e in un attimo, tutto intorno alla sua pozza spuntarono cespugli di rovi cosi fitti ed intricati, che non poteva passare nemmeno l’aria. Poi, stanco ed ancora arrabbiato, si chiuse in casa e si addormentò sulla sua poltrona.
Appena il folletto se ne fu andato, i bambini, sempre più tristi ed impauriti, cercarono di liberarsi ma più si divincolavano, più le radici aumentavano la stretta.
Intanto era scesa la sera e il buio si faceva sempre più fitto e suoni e rumori agghiaccianti si diffondevano per la palude. Ad un tratto un rumore più vicino fece gelare il sangue. Rimasero in ascolto per capire da dove provenisse quando, improvvisamente videro uscire dal fango della pozza la zampa squamosa di un enorme alligatore. Dopo un attimo di terrore, i bambini si misero tutti ad urlare ed urlarono così forte che anche Princhi si svegliò. Subito si precipitò a vedere cosa fosse successo e quando vide l’enorme bestia che si stava avvicinando ai bambini, si preoccupò per la loro sorte. Immediatamente con una magia fece sparire l’alligatore poi, pentito, andò subito a liberare i suoi prigionieri e con un grosso sospiro di sollievo li rassicurò:
– Non vi preoccupate, non dovete avere più paura, ci sono io a proteggervi e da oggi la mia pozza sarà anche la vostra pozza, per sempre. Voi però, in cambio, dovrete rispettare questo posto e mantenerlo come lo avete trovato.
Poi, con un’ultima magia, distrusse il recinto di rovi, e la serenità tornò nella palude.
classe 4^ Plesso Pennesi, ins. Goretta, Centro, a.s 2006\07